Wimbledon, la seconda vita green delle palline del trionfo di Sinner
A Wimbledon, ogni dettaglio conta. Il taglio dell’erba, il bianco impeccabile delle divise, il silenzio sospeso prima del servizio. E, ovviamente, le palline gialle che rimbalzano con precisione assoluta sul campo. Ma quando il match finisce, cosa succede a quelle palline?
Una domanda che si fa ancora più interessante in un’edizione storica per il tennis italiano: quella che ha visto trionfare Jannik Sinner nella finalissima con Carlos Alcaraz, diventando il primo italiano a trionfare a Wimbledon. Una vittoria che ha fatto battere il cuore di milioni di tifosi e che, proprio come il progetto di riciclo delle palline, rappresenta un segnale forte di cambiamento e visione futura.
Oltre 55.000 palline: ecco dove finiscono
Durante il torneo vengono utilizzate oltre 55.000 palline da tennis. Molte di queste, dopo pochi game, vengono sostituite per garantire prestazioni ottimali. Eppure, grazie a una rete di riutilizzo virtuosa, Wimbledon riesce a evitare che finiscano in discarica, dando loro una seconda vita utile, creativa e sostenibile.
Dalle mani di Sinner a quelle dei tifosi
Una parte delle palline usate, magari proprio da Sinner nel corso dei suoi match trionfali, viene messa in vendita a prezzi accessibili. Il ricavato va alla Wimbledon Foundation, la fondazione benefica del torneo. Un gesto simbolico e concreto: portarsi a casa un pezzetto di storia sportiva e, allo stesso tempo, contribuire a progetti solidali.
Piccoli rifugi per i topi selvatici
C’è poi un’altra fetta di palline che prende una strada inaspettata: quella della natura selvaggia. Alcune vengono donate al UK Wildlife Trust, che le trasforma in nidi per i “harvest mice”, minuscoli roditori in via di estinzione. Le palline forate diventano rifugi ideali, appesi tra i rami e lontani dai predatori. Una soluzione semplice, economica e geniale per proteggere la biodiversità.
Pavimenti sportivi dalla gomma delle palline
La gomma delle palline scartate viene anche riciclata come materiale tecnico. Dopo essere separata dal feltro, viene trasformata in “crumb rubber” e riutilizzata per realizzare pavimentazioni sportive, piste equestri o aree gioco. È così che lo sport ritorna allo sport, in una logica perfettamente circolare.
Wimbledon verso il “zero waste”
L’All England Club punta a diventare “zero waste” entro il 2030, ovvero ad azzerare i rifiuti in discarica. Oggi già l’85% dei rifiuti viene recuperato o riciclato, e le palline sono solo un tassello di una strategia ambientale ampia e strutturata, che coinvolge trasporti, catering, energia ed edilizia.
Una lezione che va oltre lo sport
La storia delle palline di Wimbledon ci ricorda che eccellenza e sostenibilità possono camminare insieme. Come il rovescio di Sinner, anche un gesto semplice come riutilizzare una pallina può essere elegante, efficace e potente. E può ispirare nuove pratiche, dentro e fuori dal campo.
In sintesi
L’edizione di Wimbledon che ha incoronato Jannik Sinner è destinata a rimanere nella storia del tennis italiano. Ma sarà ricordata anche per il messaggio culturale e ambientale che il torneo continua a lanciare al mondo: ogni oggetto, se trattato con intelligenza, può diventare una risorsa per il futuro.
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