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Il WWF boccia il Governo Meloni: tre anni di politiche ambientali insufficienti

Il WWF boccia il Governo Meloni: tre anni di politiche ambientali insufficienti

A tre anni dall’insediamento dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, il WWF Italia ha pubblicato un’analisi critica delle politiche ambientali adottate dal Governo e dalla maggioranza parlamentare. Le valutazioni fanno parte della campagna Our Values e tracciano un bilancio tutt’altro che positivo.

Già nel 2022, alla vigilia delle elezioni, il WWF aveva definito la legislatura 2022-2027 come un periodo cruciale per raggiungere gli obiettivi ambientali europei entro il 2030. A distanza di tre anni, l’organizzazione denuncia l’assenza di progressi e, in alcuni casi, veri e propri passi indietro.

Giudizi negativi in quasi tutti i settori

Il documento del WWF prende in esame dieci aree strategiche, tra cui agricoltura, biodiversità, clima, energia e mare. La valutazione generale è negativa, con un netto rallentamento delle politiche per la transizione ecologica.

Il Governo, secondo l’associazione, sembra aver imboccato una strada che mette da parte la tutela ambientale, ignorando spesso le evidenze scientifiche. A dominare sarebbe una visione arretrata dello sviluppo, legata a interessi economici e logiche industriali del secolo scorso.

Politiche sul clima e sull’energia

Sul fronte della lotta al cambiamento climatico, il WWF assegna un giudizio “scarso” alle azioni del Governo, ritenute del tutto inadeguate rispetto agli impegni internazionali.

Anche le politiche energetiche vengono definite “insufficienti”: le energie rinnovabili avanzano lentamente, mentre cresce l’attenzione verso il nucleare come soluzione alternativa, una scelta che secondo il WWF rappresenta un passo indietro rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione.

Tutela della biodiversità, caccia e bracconaggio

Tra le valutazioni più critiche c’è quella sulla biodiversità. Il WWF evidenzia una deregolarizzazione pericolosa della caccia, già problematica per l’ambiente e la legalità.

Il disegno di legge in discussione al Senato per modificare la normativa sulla fauna selvatica è considerato dannoso, in quanto elaborato senza confronto con la comunità scientifica o con le associazioni ambientaliste.

Aree protette

Unico ambito a ricevere un giudizio meno severo è quello delle aree protette, valutato “sufficiente con riserva”. Gli Stati Generali voluti dal Ministero dell’Ambiente hanno acceso il dibattito, ma la realizzazione concreta di nuove aree resta bloccata da burocrazia e resistenze locali.

I parchi esistenti, invece, rischiano di diventare oggetto di nomine politiche, perdendo efficacia nella gestione e nella conservazione del territorio.

Agricoltura, OGM e carne coltivata

Anche le politiche agricole sono al centro delle critiche. Il Governo ha sostenuto l’agricoltura intensiva, ostacolato il biologico, aperto agli OGM e vietato la carne coltivata, una scelta definita dal WWF puramente ideologica.

Secondo l’organizzazione, si tratta di misure che contrastano con la necessaria transizione ecologica dell’intero comparto agricolo.

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Consumo di suolo, dissesto e infrastrutture

Il giudizio negativo si estende alla gestione del territorio. Il consumo di suolo continua a crescere, mentre i progetti di bonifica e contrasto al dissesto idrogeologico procedono con forti ritardi.

La promozione di grandi opere come il Ponte sullo Stretto di Messina è vista come un esempio di priorità sbagliate che peggiorano la frammentazione del territorio e sottraggono risorse ad altri interventi più urgenti.

Crescono le infrazioni europee per violazioni ambientali

A confermare il quadro problematico c’è anche il dato sulle infrazioni aperte dall’Unione europea nei confronti dell’Italia. A giugno 2025 risultano attive 64 procedure, di cui 23 riguardano direttamente la normativa ambientale.

Questo dato evidenzia come le politiche ambientali italiane non solo siano inefficaci, ma anche in conflitto con gli standard europei.

Due anni per cambiare rotta

Secondo il WWF, il Governo ha ancora due anni per intervenire e correggere il proprio operato. Tuttavia, serve un’inversione di rotta decisa per affrontare le emergenze ambientali che avanzano rapidamente: cambiamento climatico, perdita di biodiversità, inquinamento e consumo di suolo.

Il tempo per agire sta per finire e il rischio è che, senza un vero impegno, l’Italia resti indietro proprio quando la crisi ambientale richiede azioni rapide e concrete.

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