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Zoonosi e clima: una mappa globale rivela le aree più a rischio

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Zoonosi e clima: una mappa globale rivela le aree più a rischio

Durante la pandemia da Covid-19, il concetto di zoonosi è diventato di pubblico dominio. Le zoonosi sono malattie che si trasmettono dagli animali agli esseri umani attraverso il salto di specie, un fenomeno che potrebbe essere accentuato dal cambiamento climatico. Le attività antropiche, come la deforestazione e l’intensificazione dell’allevamento, creano opportunità di contatto tra specie selvatiche, animali da allevamento e esseri umani.

Un recente studio, pubblicato su Science Advances, ha esplorato l’impatto di fattori climatici e ambientali nel determinare il rischio di focolai zoonotici a livello globale, mettendo in evidenza le aree più vulnerabili.

La mappa globale del rischio zoonotico

Il team di ricercatori ha analizzato dati storici relativi a focolai di malattie zoonotiche registrati tra il 1970 e il 2020. Dallo studio, che ha esaminato malattie incluse nella “list of priority diseases” dell’OMS, è emerso che circa il 9,3% della superficie terrestre è a rischio alto o molto alto di zoonosi.

Le malattie considerate a rischio includono Covid-19, Ebola, Febbre di Lassa, MERS, Zika e la misteriosa “malattia X”. Il 9,3% di rischio è concentrato in America Latina e Oceania, che da sole coprono circa il 45,7% delle aree ad alto rischio.

Fattori chiave: clima, popolazione e ambiente

Lo studio ha preso in considerazione nove fattori scatenanti, suddivisi in tre categorie principali:

Fattori climatici: temperatura, precipitazioni e carenza idrica

Fattori ambientali: densità di popolazione, perdita di biodiversità e vicinanza tra esseri umani e foreste

Popolazione: densità di popolazione, che aumenta la probabilità di contatto tra specie

La densità di popolazione è emersa come uno dei fattori più influenti nel determinare la frequenza dei focolai zoonotici. Tuttavia, anche la carenza idrica e le oscillazioni termiche sono determinanti: quando l’acqua e la vegetazione scarseggiano, animali selvatici e da allevamento tendono a concentrarsi nelle stesse aree, favorendo i contatti e aumentando il rischio di contagio.

Le zone a maggiore rischio

Il rischio di focolai zoonotici è maggiore in America Latina e Oceania, che insieme coprono il 45,7% delle aree ad alto rischio. Seguono:

Asia (6,9%)

Africa (5,2%)

Europa (0,2%)

Nord America (0,08%)

L’indice di rischio epidemico ha combinato i dati sui fattori di rischio con la capacità di risposta dei singoli paesi a potenziali epidemie, mettendo in luce le aree più vulnerabili e quelle che necessitano di una risposta più rapida e mirata.

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