Allevamenti intensivi e lobbying, inchiesta Greenpeace sui rapporti tra aziende e politica
A pochi giorni dall’approvazione in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dell’emendamento alla legge sul lobbying, Greenpeace Italia, in collaborazione con Fondazione Openpolis, pubblica un’analisi sui rapporti tra le principali aziende zootecniche italiane e il mondo politico-istituzionale. L’emendamento, se approvato definitivamente, potrebbe esentare associazioni datoriali e potenti gruppi di interesse da alcuni obblighi di trasparenza, sollevando forti preoccupazioni sul controllo democratico delle attività di lobbying.
Lo studio mette in luce un intreccio di relazioni che rischia di rallentare ulteriormente la transizione verso un modello agricolo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
I legami tra aziende zootecniche e incarichi pubblici
Dall’analisi emerge che 38 persone con ruoli nei consigli di amministrazione delle prime 50 aziende zootecniche italiane per ricavi ricoprono o hanno ricoperto incarichi pubblici. I collegamenti riguardano partiti politici, istituzioni e associazioni di categoria, delineando una rete di relazioni strutturate e di lunga durata.
Secondo Greenpeace, questi legami dimostrano come il settore zootecnico abbia un accesso privilegiato ai processi decisionali, con il rischio di influenzare le politiche pubbliche in modo poco trasparente.
I casi Tre Valli, La Pellegrina, Inalca e Granarolo
Particolare attenzione viene posta sui consigli di amministrazione di Tre Valli e La Pellegrina, entrambe controllate dal Gruppo Veronesi, primo gruppo zootecnico italiano per ricavi. In questi casi emergono contatti indiretti con la Lega, Fratelli d’Italia e Confindustria Veneto.
L’analisi segnala anche il ruolo di Primo Ceppellini, sindaco del Collegio sindacale di La Pellegrina e del Gruppo Veronesi, nonché partner di Deloitte, società che cura il bilancio di sostenibilità dello stesso gruppo. Per Inalca, invece, vengono rilevati collegamenti con Consorzi Agrari d’Italia, Bonifiche Ferraresi e Assocarni, mentre per Granarolo emergono relazioni con il Partito Democratico e Coldiretti.
Pressioni sul quadro normativo ambientale e climatico
Secondo Greenpeace Italia, queste interconnessioni non sono prive di conseguenze. Il settore zootecnico esercita da tempo forti pressioni per indebolire norme ambientali e climatiche, come il rinvio del regolamento europeo sulla deforestazione o la riduzione delle misure ambientali previste dalla Politica Agricola Comune.
Ulteriori criticità riguardano la deregulation su pesticidi, nitrati nelle acque e altre misure di tutela della salute e dell’ambiente a livello europeo. In questo contesto si inserisce anche l’emendamento alla legge sul lobbying, che rischia di rendere ancora meno trasparenti i rapporti tra interessi privati e decisori pubblici.
Greenpeace sulla trasparenza e la transizione agricola
Simona Savini di Greenpeace Italia sottolinea come i legami tra grandi aziende zootecniche, politica e associazioni di categoria siano profondi e strutturati. In assenza di regole chiare e controlli adeguati, secondo l’organizzazione ambientalista, diventa difficile avviare una reale riconversione del sistema agroalimentare.
Per Greenpeace, un cambiamento autentico del modello produttivo può avvenire solo attraverso processi decisionali trasparenti e inclusivi, capaci di bilanciare gli interessi economici con la tutela dell’ambiente e del clima.
La proposta “Oltre gli allevamenti intensivi”
Alla luce di queste criticità, Greenpeace Italia, insieme ad altre associazioni, ha presentato la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi”. Il testo prevede l’istituzione di un tavolo di partenariato per la definizione di un Piano nazionale di riconversione del settore zootecnico.
L’obiettivo è coinvolgere in modo trasparente tutti i soggetti interessati, comprese le associazioni della società civile e gli enti di ricerca, spesso esclusi dai processi decisionali. Secondo Greenpeace, solo un approccio partecipato e aperto può garantire una transizione equa e sostenibile del sistema agroalimentare italiano.
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