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Acque reflue, allarme da ANBI: “Troppi costi sui Consorzi di bonifica, serve concertazione”

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Acque reflue, allarme da ANBI: “Troppi costi sui Consorzi di bonifica, serve concertazione”

La bozza del DPR rischia di gravare sull’agricoltura, Anbi chiede intervento immediato al Ministro Pichetto Fratin

L’Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica (ANBI) ha lanciato un appello al Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per rivedere il regolamento sul riutilizzo delle acque reflue affinate. Secondo il presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, la bozza del Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) include disposizioni che potrebbero penalizzare i consorzi agricoli, caricando su di loro i costi per il trattamento aggiuntivo delle acque.

Cosa prevede il DPR sul riutilizzo delle acque reflue

Il regolamento proposto stabilisce che l’acqua affinata per uso irriguo venga fornita senza oneri aggiuntivi dal gestore dell’impianto di depurazione, salvo ulteriori interventi necessari. Tuttavia, ANBI sottolinea che questa clausola rischia di far gravare i costi di trattamento extra sui Consorzi di bonifica, compromettendo la sostenibilità economica delle imprese agricole, specialmente in aree con risorse idriche limitate.

“È inaccettabile che i Consorzi, che operano senza scopo di lucro, debbano farsi carico di costi aggiuntivi per garantire acqua idonea alla produzione agricola”, afferma Massimo Gargano, direttore generale di ANBI.

Le criticità principali sollevate da ANBI

  1. Conflitto con le normative europee:
    ANBI evidenzia che il DPR contrasta con il Regolamento Europeo sul riutilizzo delle acque reflue, che assegna al gestore dell’impianto di depurazione la responsabilità di fornire acqua già conforme agli standard di qualità richiesti dall’agricoltura.
  2. Impatto sull’agricoltura:
    Caricare i costi extra sui consorzi agricoli potrebbe minare la competitività del settore, con ripercussioni sulla sostenibilità delle imprese rurali e sulla qualità dei prodotti alimentari, in particolare carni e latticini.
  3. Necessità di concertazione:
    ANBI richiede l’apertura di un tavolo tecnico con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, inclusi regolatori, istituzioni e rappresentanti del settore agricolo, per trovare una soluzione condivisa e sostenibile.

L’appello alle istituzioni europee

ANBI, attraverso l’organizzazione Irrigants d’Europe, ha già sollevato la questione a livello comunitario. Ha inoltre richiesto l’intervento del Copa-Cogeca, principale rappresentanza agricola europea, per sensibilizzare la Commissione Europea sui rischi economici e ambientali del DPR.

L’adozione del DPR senza ulteriori modifiche potrebbe generare tensioni tra gestori degli impianti e consorzi agricoli, compromettendo la gestione idrica e la competitività del settore agricolo. ANBI ribadisce l’urgenza di un confronto costruttivo per garantire che le normative rispettino sia gli obiettivi ambientali che le esigenze economiche degli agricoltori.

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