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Agenda Onu 2030: i Paesi Ue che raggiungono (alcuni) target

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Agenda Onu 2030: i Paesi Ue che raggiungono (alcuni) target

Una nuova ricerca condotta da economisti polacchi analizza i progressi compiuti dai Paesi membri dell’Ue nel raggiungimento del settimo obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (SDG7), che promuove l’accesso a “un’energia accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti“.

La nuova analisi mette in luce che, mentre tutti i Paesi dell’Ue hanno compiuto progressi nel corso del decennio (2010-2021), diversi tra questi hanno già soddisfatto alcuni degli obiettivi di energia sostenibile previsti per il 2030 con un anticipo di dieci anni.

Nonostante i successi, emerge inoltre un significativo divario tra i Paesi Ue, che conferma la necessità di approfondire gli sforzi per garantire un raggiungimento più uniforme degli obiettivi, come concludono gli economisti nell’indagine.

Lo studio

La nuova analisi, pubblicata il 28 febbraio sulla rivista scientifica Journal Plos One, analizza le prestazioni dei paesi dell’Ue in relazione all’Obiettivo SDG 7 “Energia pulita e rinnovabile” dell’Agenda Onu 2030.

Con l’obiettivo di valutare i progressi sull’SDG 7 raggiunti dai singoli paesi dell’UE e di determinare la loro distanza in relazione all’obiettivo fissato per il 2030, i ricercatori hanno utilizzato un indicatore multidimensionale proposto e costruito applicando la tassonomia relativa dinamica, un metodo non è basato su prove scientifiche dirette, ma che aiuta a fare una valutazione complessiva della situazione.

L’analisi ha misurato i progressi compiuti attraverso sette indicatori. Per tre di questi indicatori la Commissione europea ha fissato valori obiettivo per il 2030. Per gli altri quattro, i valori obiettivo sono stati basati sui “migliori risultati” tra i paesi dell’UE nel 2015.

I risultati dell’analisi

Dallo studio emerge che “durante il periodo di riferimento (2010-2021), tutti i Paesi dell’Ue hanno compiuto “progressi sistematici” verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in materia di energia pulita e rinnovabile, sebbene se in misura e con velocità diverse.

La ricerca evidenzia inoltre che diversi Paesi nel 2021 avevano già raggiunto i target previsti per il 2030 in almeno uno degli indicatori.

La migliore performance è stata registrata nell’indicatore X7, relativo all’obiettivo “Percentuale di popolazione incapace di garantirsi il calore“, raggiunto da Svezia, Finlandia, Slovenia e Austria.

Segue l’indicatore x5 “Quota delle energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia”, raggiunto ancora per Svezia, Finlandia, e Lettonia.

L’indicatore x4 “Produttività energetica” vede invece ai primi posti Danimarca, Irlanda e Lussemburgo, mentre l’indicatore x3 “Consumo finale di energia delle famiglie pro capiteSpagna, Malta e Portogallo.

L’obiettivo x6 “dipendenza dalle importazioni di energia” risulta invece raggiunto da Svezia ed Estonia. Mentre la Grecia è stato l’unico Paese a raggiungere il valore prefissato come obiettivo entro il 2030 per gli altri due indicatori, x1 “consumo di energia primaria” e x2 “consumo finale di energia”.

Paesi Ue: quale distanza dall’Agenda 2030

Come si legge ancora nello studio, nel 2010, la distanza più grande dall’obiettivo SDG7 per il 2030 è stata registrata per Malta, Cipro, Bulgaria, Belgio, Lituania, Polonia. La più piccola da Danimarca, Svezia, Finlandia e Austria. A seguito dei cambiamenti nei valori dei sette indicatori che hanno avuto luogo in 11 anni, il gruppo di paesi che si è avvicinato al target 2030 nel 2021, ad eccezione dei tre paesi scandinavi, comprende Estonia, Austria e Slovenia. Infine, “nonostante i grandi aumenti dei valori dell’indicatore composito, – scrivono ancora i ricercatori –  al 2021, Bulgaria, Lituania, Malta e Cipro si confermano le più lontane dall’obiettivo SDG 7”.

L’Italia dov’è

Per quanto riguarda l’Italia, il paese nella ricerca appare tra quelli che hanno visto una regressione nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile 7. Come infatti si legge ancora nello studio, “l’implementazione dell’Agenda 2030 è stata influenzata dalla pandemia di COVID-19. Questa, “ha causato rallentamenti nei progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) per molti paesi dell’Unione europea”.

Gli effetti del Covid-19

In relazione al raggiungimento degli Obiettivi dedicati all’energia pulita e rinnovabile (SDG 7), nel 2020 la distanza risultata aumentata (rispetto al 2019) per Svezia, Danimarca e Germania.

Un trend simile di “deterioramento delle prestazioni” si nota dal 2020 al 2021 per 16 paesi: Austria, Finlandia, Paesi Bassi, Francia, Repubblica Ceca, Croazia, Irlanda, Romania, Italia, Spagna, Polonia, Slovacchia, Belgio, Ungheria, Lituania, Bulgaria.

Tuttavia, come sottolineano i ricercatori, è importante notare che durante gli anni del Covid-19 sono stati registrati miglioramenti in alcuni indicatori. Le misure di contenimento della pandemia hanno infatti contribuito a migliorare l’efficienza energetica, uno dei pilastri fondamentali dell’SDG7.

“Le restrizioni alla vita pubblica e la riduzione dell’attività economica hanno ridotto il consumo energetico dal 2019 al 2020 di oltre l’8%. La riduzione del consumo finale di energia si è tradotta anche in un maggiore approvvigionamento energetico e in un aumento della quota di energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia”, si legge nell’analisi.

Sebbene la ripresa economica del 2021 e il ritorno ai modelli di mobilità pre-pandemica abbiano aumentato la domanda di energia, i consumi sono rimasti al di sotto dei livelli precedenti alla pandemia “poiché gli effetti della pandemia hanno continuato a modellare le attività energetiche ed economiche”.

Tuttavia, un impatto negativo evidente è stato l’aumento del consumo energetico da parte delle famiglie dell’UE. “Alla luce di queste tendenze a breve termine, è chiaro che per garantire che l’UE raggiunga i suoi obiettivi entro il 2030, i cambiamenti in tutti gli indicatori dovrebbero essere costantemente monitorati e valutati”, concludono i ricercatori.

L’Agenda Onu 2030

L’Agenda globale non solo stabilisce mete concrete entro il 2030, ma anche ridefinisce il concetto di sviluppo sostenibile, riconoscendo l’interconnessione tra le dimensioni ambientali, economiche e sociali. Come sottolinea l’AViS, questa prospettiva innovativa rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla tradizionale concezione della sostenibilità come unicamente legata all’ambiente.

Per monitorare il progresso, vengono utilizzati oltre 240 indicatori, consentendo una valutazione periodica di ciascun Paese in sede ONU e da parte delle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.

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