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Trasporti marittimi più puliti, raggiunto accordo Ue

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Trasporti marittimi più puliti, raggiunto accordo Ue

Per assicurare trasporti marittimi più sicuri e più ecologici all’interno dell’Unione Europea, sia la presidenza del Consiglio che i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo preliminare riguardante una direttiva riveduta sull’inquinamento delle navi, nell’ambito del pacchetto legislativo sulla sicurezza marittima.

Mari e oceani sono un patrimonio comune, e queste nuove disposizioni hanno l’obiettivo di porre l’Ue in una posizione di leadership nel campo del trasporto marittimo sostenibile. Il compromesso trovato mira ad avere acque più pulite in Europa, garantendo al contempo condizioni eque per un settore marittimo dinamico.

Il vice primo ministro e ministro belga della Giustizia e del Mare del Nord, Paul Van Tigchelt, ha sottolineato che la direttiva aggiornata incorpora le normative internazionali nel quadro legislativo dell’Ue, prevedendo sanzioni dissuasive, efficaci e proporzionate per contrastare l’inquinamento marino derivante dalle navi.

Questa proposta fa parte del pacchetto sulla sicurezza marittima presentato dalla Commissione il primo giugno 2023. Le cinque proposte legislative, tra cui quelle riguardanti le inchieste sugli incidenti marittimi, il rispetto degli obblighi dello Stato di bandiera, il controllo da parte dello Stato di approdo e l’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA), mirano a modernizzare le norme Ue sulla sicurezza marittima e a ridurre l’inquinamento idrico causato dalle navi. Con il 75% del commercio estero dell’Ue che avviene via mare, il trasporto marittimo è vitale non solo per un’economia globalizzata ma anche per le isole e le regioni marittime periferiche e remote dell’Ue.

In sintesi, questa direttiva fornirà all’Ue strumenti moderni per promuovere il trasporto marittimo sostenibile, allineando le normative Ue con gli standard internazionali e garantendo pari opportunità per il settore, oltre a migliorare l’attuazione e l’applicazione tramite una cooperazione rafforzata tra le autorità europee e nazionali.

Gli obiettivi principali

I principali obiettivi della direttiva aggiornata sono quelli di estendere il campo di applicazione della direttiva attuale per includere gli scarichi illegali di sostanze nocive trasportate in contenitori, acque reflue, rifiuti solidi e acque di scarico; stabilire un quadro giuridico robusto per l’applicazione delle sanzioni, consentendo alle autorità nazionali di imporre sanzioni dissuasive e coerenti per gli incidenti di inquinamento marittimo in tutti i mari europei; separare il regime delle sanzioni amministrative dal regime delle sanzioni penali previste nel nuovo progetto di direttiva sui reati ambientali.

Elementi chiave della nuova legislazione sui trasporti marittimi

L’approccio generale della proposta della Commissione è stato mantenuto dai legislatori, tuttavia sono state apportate diverse modifiche volte a garantire chiarezza e coerenza con le norme e le procedure internazionali, in particolare quelle stabilite dalla convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato dalle navi (MARPOL), per proteggere l’ambiente marino.

Considerando le differenze nei sistemi giuridici degli Stati membri, l’accordo preliminare specifica che la legislazione riguarda esclusivamente le sanzioni amministrative, distinguendo così nettamente l’ambito di applicazione della direttiva da quello del nuovo progetto di direttiva sui reati ambientali.

Infine, è stata introdotta una flessibilità adeguata riguardo agli obblighi degli Stati membri di segnalare e indagare sugli incidenti di inquinamento, al fine di evitare oneri amministrativi eccessivi e riconoscere le differenze tra gli Stati membri in termini di posizione geografica, risorse e capacità.

Prossimi passi

L’accordo preliminare deve essere approvato da entrambe le istituzioni legislative prima che l’atto legislativo sia formalmente adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Una volta entrata in vigore la direttiva riveduta, gli Stati membri avranno 30 mesi per recepire le disposizioni nella loro legislazione nazionale.

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