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Un terzo degli alberi europei a rischio per il cambiamento climatico

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Un terzo degli alberi europei a rischio per il cambiamento climatico

Gli alberi europei che contrastano la perdita di foreste potrebbero diminuire di un terzo entro la fine del secolo a causa degli effetti della crisi climatica. Uno albero su tre sarebbe in pericolo anche in uno scenario di cambiamento climatico di tipo moderato. È ciò che emerge da uno studio dell’università di Vienna pubblicato sulla rivista “Nature Ecology & Evolution”.

Aumentata la mortalità degli alberi europei per il cambiamento climatico

Negli ultimi tre decenni la mortalità degli alberi europei – spiegano gli esperti – è salita considerevolmente, portando le autorità a programmare strategie mirate alla protezione e conservazione degli ecosistemi forestali, indispensabili per tutelare la biodiversità e contrastare il climate change.



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Un incremento del 35,4% nel numero di alberi deceduti o secchi

Basti pensare che tra il 1986 e il 2016 ben il 17% della superficie forestale europea è stata infastidita da cause antropiche o naturali. Tra i rischi più frequenti ci sono la presenza di parassiti, la deforestazione, gli sbalzi di temperatura, gli episodi di siccità e di piogge eccessive e la presenza di specie invasive. Al Sud delle Alpi, sulla base dei dati relativi agli anni 2018-2022 dell’Inventario forestale nazionale del WSL (Wald, Schnee und Landschaft), c’è stato un incremento del 35,4% nel numero di alberi deceduti o secchi. Ed è per questo che è necessario capire come i diversi ambienti reagiranno alla crisi climatica e soprattutto valutare il rischio che gli ambienti forestali corrono in conseguenza al mutamento climatico a vari livelli.

Il numero medio di specie arboree per km2 potrebbe diminuire fino al 49%

Il lavoro di ricerca guidato da Johannes Wessely dell’Università di Vienna e colleghi ha stabilito la distribuzione di 69 specie di alberi endemici in tutta Europa, tra cui frassini, querce, salici e sorbi, sia in ambienti naturali che in piantagioni. Gli scienziati hanno poi testato la loro capacità di sopravvivenza elaborando un modello per capire quali alberi sarebbero in grado di resistere alle condizioni climatiche attuali e a quelle dei prossimi decenni. La squadra di esperti, nello specifico, ha analizzato tre diversi scenari climatici e valutato il potenziale delle diverse specie di fornire legname, immagazzinare carbonio e assicurare la presenza di habitat per gli animali della foresta. Dai risultati dell’indagine, il numero medio di specie arboree per chilometro quadrato in grado di sopravvivere nel XXI secolo potrebbe diminuire del 33% e del 49%, rispettivamente nell’ipotesi di scenari climatici più o meno gravi.

Il cambiamento climatico potrebbe influire sul numero di specie adatte a sopravvivere fino al 2100

La crisi climatica, dunque, potrebbe procurare danni ecologici irreversibili in futuro. Questi dati suggeriscono che “i cambiamenti climatici potranno influenzare il numero di specie arboree adatte a sopravvivere, tanto che la vegetazione nel 2100 potrebbe essere molto diversa rispetto a quanto siamo abituati oggi – sottolineano gli autori -. Il benessere umano – concludono gli scienziati – dipende essenzialmente dal contributo della natura. Gli ecosistemi forestali forniscono una serie diversificata di servizi alla società, tra cui la produzione di legname e combustibile, il sequestro del carbonio e il controllo del microclima. Le foreste contribuiscono inoltre alla protezione dell’acqua potabile, garantendo la sicurezza di spazi ricreativi per gli esseri umani e di habitat per una grande varietà di specie. Ecco perché è così importante investire nelle azioni di mitigazione del clima, mantenendo l’integrità e il potenziale dei servizi ecosistemici derivanti dagli ambienti forestali”.

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