Loading Now

Ammoniaca nell’aria: livelli allarmanti nelle aree agricole Ue

ammoniaca aria

Ammoniaca nell’aria: livelli allarmanti nelle aree agricole Ue

Un nuovo studio identifica le fonti di ammoniaca che inquinano l’aria, danneggiando la salute e gli ecosistemi. I ricercatori hanno scoperto che l’agricoltura è responsabile dell’80% dell’ammoniaca presente nell’aria, e che questo inquinante è presente con concentrazioni fino a quattro volte superiori nelle zone agricole.

La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica Environment International, tenta di colmare la mancanza di dati relativi all’ammonica diffusa nell’aria urbana europea, responsabile della produzione di particolato fine (PM2.5) a seguito dell’interazione con altri inquinanti atmosferici, come gli ossidi di azoto provenienti da veicoli e industrie.

Ammoniaca nell’aria: i rischi associati

“Le emissioni di ammoniaca stanno devastando piante selvatiche, licheni e funghi nei nostri antichi prati, boschi e altri habitat naturali – denunciano da Plantlife, ong impegnata nella difesa della biodiversità e degli ecosistemi naturali -. Oltre il 90% della massa terrestre del Regno Unito soffre di concentrazioni di ammoniaca che sono troppo alte per licheni sensibili, muschi ed epatiche per prosperare. Questo provoca la perdita di specie, minore resilienza ai cambiamenti climatici, parassiti e malattie, e anche danni tossici diretti.”

Non solo, studi hanno dimostrato un aumento di casi di asma tra i bambini residenti nelle nelle zone agricole con le più alte concentrazioni di ammoniaca, compreso vicino agli allevamenti intensivi di suini. Tuttavia, il più grande impatto sulla salute arriva quando l’ammoniaca reagisce con l’inquinamento atmosferico dando origine a particolato fine, generando circa la metà dell’inquinamento da particelle in Europa.

Ammoniaca nell’aria: la ricerca

La ricerca analizza i livelli di ammoniaca (NH3) in diverse aree, distinguendo tra luoghi ad alto rischio agricolo (farming/agricultural hotspots, FAH) e non.

I dati provenienti da 69 areee tra Finalandia, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito, sono stati distribuiti su vari tipi di siti, tra industriali, di traffico, urbani, suburbani e di periferia. Tra questi, 26 siti hanno fornito dati per un periodo di 5 anni o più, consentendo un’analisi delle serie temporali.

Lo studio presenta sia i valori medi a lungo termine che a breve termine di NH3 in ogni sito di monitoraggio, mostrando una differenza significativa nelle concentrazioni tra i cinque Paesi europei.



Ap-set-banner-Ambiente-in-Salute-728x90-1 Ammoniaca nell'aria: livelli allarmanti nelle aree agricole Ue

I risultati

Dalla ricerca emerge che i livelli di NH3 in aree ad alto rischio agricolo sono 4 volte superiori rispetto alle zone urbane non agricole. Inoltre “più dell’80% dell’ammoniaca che filtra nella nostra aria proviene dall’agricoltura, in particolare dai fertilizzanti azotati e dai rifiuti animali”, ma i ricercatori hanno anche trovato fonti nelle città.

I livelli di ammoniaca vicino alle strade trafficate erano circa il 40% superiori rispetto ad altre zone della città. Erano anche più grandi al mattino quando i motori diesel vengono avviati a freddo, fenomeno diretto della produzione di inquinamento da particolato.

In media, le concentrazioni medie di NH3 considerando tutti i dati hanno raggiunto 8,0-8,9 μg/m3 e variavano da 0,2 a 54,4 μg/m3. Da tutti questi siti, 48/69 hanno superato significativamente la soglia critica di 1 μg/m3 fissata per NH3 per proteggere gli ecosistemi e la soglia di 3 μg/m3 per altra vegetazione. “Allo stesso modo, gli individui che risiedono in aree con elevate concentrazioni di NH3 affrontano rischi per la salute corrispondenti più elevati”, si legge nell’indagine.

I risultati e il (triste) primato del Nord Italia

Nelle zone ad alto rischio agricolo (FAH), la concentrazione media di NH3 raggiunge i 14,1 μg/m3, con la zona settentrionale dell’Italia che presenta la concentrazione più alta in Europa. Mentre la media registrata tra le zone urbane non agricole registrata è di 3,2 μg/m3, i 12 siti italiani presentano una media delle concentrazioni di 16.9 ± 14.1 μg/m3.

La veloce dispersione dell’ammoniaca rende le concentrazioni di questo inquinante fortemente influenzate dalle emissioni nelle vicinanze, come quelle provenienti dal traffico e dall’industria. Di conseguenza, si è riscontrato che le concentrazioni di ammoniaca nelle aree urbane con traffico intenso risultano più elevate rispetto ai siti periferici, sebbene siano comunque notevolmente inferiori rispetto ai livelli registrati nelle zone ad alto rischio agricolo (FAH).

NO3 nelle zone di periferia

Inoltre, l’analisi mostra che i siti di periferia non FAH (“urban background”, UB) possono sperimentare concentrazioni più elevate a causa dei sistemi di trattamento dei rifiuti della città e delle acque reflue.
Quindi, conclude la ricerca, nelle aree non ad alto rischio agricolo, le fonti industriali, di traffico e altre fonti urbane (come le emissioni fuggitive dai sistemi di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue cittadine) sono i principali contribuenti alle concentrazioni ambientali di NH3 nei siti UB.

La ricerca sottolinea infine che alcune di queste emissioni potrebbero non essere completamente considerate negli inventari delle emissioni dell’Unione Europea e ribadisce la necessità di migliorare i monitoraggi per valutare con precisione l’impatto ambientale e sulla salute.

Share this content: