Aviaria, l’esperto IZSVe spiega cosa è successo negli Usa e lo scenario internazionale a basso rischio
Negli Stati Uniti è stato notificato il primo caso al mondo di infezione umana da virus dell’influenza aviaria A(H5N5). Un evento che ha sollevato interrogativi a livello internazionale, ma che – secondo gli esperti italiani – non presenta elementi di maggiore pericolosità rispetto ad altri virus aviari finora conosciuti.
A fare chiarezza è il dottor Calogero Terregino, responsabile del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), parte della Rete degli Istituti Zooprofilattici Italiani.
Nessuna mutazione che aumenti la pericolosità del virus
Terregino ricostruisce il caso così. “Si è trattato di un individuo adulto, residente nello Stato di Washington, con patologie pregresse. La fonte più probabile di esposizione è stata il pollame domestico, considerato che negli USA persistono numerosi focolai di influenza aviaria. Non sono stati segnalati ulteriori casi tra i contatti della persona deceduta”.

L’esperto sottolinea tre elementi cruciali:
- Nessuna trasmissione da uomo a uomo è stata rilevata fino ad oggi.
- Il virus H5N5 non mostra caratteristiche genetiche che lo rendano più aggressivo o più pericoloso per l’uomo.
- La differenza principale è il sottotipo virale, diverso dall’H5N1, già responsabile in passato di casi umani, anche recenti.
“H5N5 rimane un virus tipicamente aviario” chiarisce Terregino, “poco adatto ai mammiferi e all’uomo”.
Caso grave per condizioni pregresse, non per una maggiore virulenza
Il decesso del paziente – precisa il virologo – non è legato a una particolare aggressività del virus, bensì alle fragili condizioni di salute preesistenti, dinamica già nota nei casi mortali riconducibili ai virus dell’influenza animale.
Per questa ragione, le organizzazioni sanitarie internazionali continuano a valutare:
- basso il rischio per la popolazione generale;
- lievemente più alto il rischio per le persone che lavorano o vivono a contatto con animali infetti.
Indicazioni per il pubblico e per gli operatori
Il caso conferma l’importanza di mantenere alte le misure di biosicurezza negli allevamenti e nei contesti di contatto diretto con il pollame, ma non modifica l’attuale valutazione del rischio sanitario per la popolazione.
Gli esperti ribadiscono che i sistemi di sorveglianza internazionali – compresi quelli italiani – continuano a monitorare attivamente l’evoluzione dei virus influenzali aviari, pronti a intervenire in caso di variazioni significative.
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