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ENEA identifica un nuovo indicatore della salute del suolo

ENEA identifica un nuovo indicatore della salute del suolo

ENEA ha identificato un nuovo indicatore dello stato di salute dei suoli agricoli: gli integroni, piccoli elementi genetici presenti all’interno dei batteri che ospitano geni di resistenza agli antibiotici e ai metalli pesanti. Questi elementi fungono da biomarcatori utili per valutare la contaminazione del suolo e le pressioni ambientali, rivelando importanti informazioni sulla capacità dei microrganismi di adattarsi a condizioni di stress.

Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università della Tuscia e pubblicato sulla rivista Agriculture, evidenzia come la struttura degli integroni possa raccontare molto sulla qualità dei terreni agricoli. La loro capacità di acquisire ed esprimere geni chiave consente di comprendere meglio la resilienza microbica e il grado di impatto delle pratiche agricole.

Analisi su digestato, compost e suoli rizosferici

I ricercatori hanno analizzato tre ambienti differenti: digestato derivato da rifiuti urbani e scarti agroalimentari, compost e suoli rizosferici, ovvero la porzione di terreno a stretto contatto con le radici delle piante.

Secondo lo studio, il digestato è risultato l’ambiente più ricco di integroni complessi e diversificati. Questa caratteristica indica che i batteri possono acquisire facilmente geni di resistenza agli antibiotici, rendendo il digestato un potenziale veicolo di diffusione di resistenze microbiche. Una complessità così elevata suggerisce un ambiente sottoposto a pressioni selettive intense e variabili.

Il compost ha invece mostrato una struttura più semplice degli integroni, grazie alle alte temperature e ai processi di maturazione che riducono la presenza di geni di resistenza. Per questo viene considerato un ammendante più sicuro: i microrganismi presenti possono migliorare la qualità del suolo, riducendo allo stesso tempo i rischi legati alla diffusione di resistenze.

Suoli rizosferici

L’analisi dei terreni rizosferici di grano duro e grano tenero ha rivelato caratteristiche intermedie rispetto a digestato e compost. È stata osservata una presenza significativa di geni di resistenza ai metalli pesanti, come il cromo, probabilmente legata a pressioni selettive dovute all’uso di determinati ammendanti o alla composizione geochimica naturale dei suoli.

Lo studio ha inoltre evidenziato differenze tra le due varietà di grano nella capacità di influenzare la comunità microbica associata alle radici. Questo suggerisce che anche la scelta delle colture può incidere sulla composizione degli integroni e sull’evoluzione delle resistenze microbiche.

Sostenibilità e rischio ambientale

Gli integroni erano già noti come biomarcatori di contaminazione, ma la ricerca ENEA mostra come possano diventare uno strumento chiave per valutare la sostenibilità delle pratiche agricole. L’organizzazione e la varietà degli integroni possono infatti indicare la fertilità dei suoli, la resilienza dei microbi e il rischio di diffusione di geni di resistenza.

Questi risultati offrono nuove possibilità per sviluppare metodi di monitoraggio ambientale in linea con l’approccio One Health, che considera insieme salute umana, animale e ambientale. Osservare la variazione degli integroni può aiutare a guidare scelte agronomiche più sicure, ad esempio limitando l’uso del digestato nelle aree più sensibili o trattandolo ulteriormente per ridurre il rischio di resistenza antimicrobica.

Verso un’agricoltura più attenta alla salute del suolo

Lo studio ENEA rappresenta un passo importante verso un’agricoltura capace di integrare produttività, sostenibilità e tutela dell’ambiente. Comprendere come gli integroni si modificano nei diversi contesti agricoli consente di migliorare le strategie di gestione del suolo e di prevenire la diffusione di contaminanti biologici e chimici. Un uso più consapevole degli ammendanti, unito a strumenti di monitoraggio innovativi, potrebbe diventare una chiave per proteggere la salute dei terreni e garantire sistemi agricoli resilienti nel lungo termine.

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