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Eruzione Etna, cosa c’è dietro lo spettacolo. Parola agli esperti

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Eruzione Etna, cosa c’è dietro lo spettacolo. Parola agli esperti

L’Etna, vulcano simbolo della Sicilia, ha ripreso la sua attività eruttiva nella notte del 2 giugno 2025, culminando in un episodio parossistico nel corso della stessa mattinata. Questo evento, il primo del 2025 di tale entità, ha visto un’intensa attività di fontanamento e la formazione di una colonna eruttiva alta diversi chilometri, accompagnata da una significativa corrente piroclastica.



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L’Analisi dell’Associazione Italiana di Vulcanologia (AIV)

Marco Viccaro, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Vulcanologia, ha descritto l’evento del 2 giugno come caratterizzato da una “vigorosa attività di fontanamento” che ha prodotto una “colonna eruttiva alta diversi chilometri e una corrente piroclastica di densità”.

Viccaro ha fornito una cronologia dettagliata dell’accaduto:

  • Dopo quasi tre settimane di pausa, l’Etna ha mostrato un incremento del tremore vulcanico nelle prime ore del 2 giugno.
  • È seguita la ripresa dell’attività esplosiva al Cratere di Sud Est.
  • Intorno alle 10:00 locali, l’attività si è intensificata, evolvendo in fontane di lava, seppur di entità modesta rispetto ai grandi eventi parossistici del periodo 2021-22 o dell’estate 2024.
  • Contestualmente, si è formata una colonna eruttiva che ha causato ricadute di materiale piroclastico nelle aree pedemontane occidentali.
  • Il momento cruciale si è verificato intorno alle 11:23 locali, quando l’energia dell’eruzione ha innescato un cedimento di parte del cono del Cratere di Sud Est. Questo ha prodotto un flusso di materiale piroclastico che, interagendo esplosivamente anche con neve sepolta, ha generato una corrente piroclastica. Questa corrente ha percorso circa 2 km all’interno della Valle del Leone in poco più di un minuto. Sebbene eventi simili non siano nuovi per l’Etna, la portata di questa corrente la colloca tra le più rilevanti degli ultimi decenni.

La Valutazione della Società Geologica Italiana (SGI)

Rodolfo Carosi, Presidente della Società Geologica Italiana, ha posto l’accento sulla sicurezza, sottolineando che “pur non avendo alcun impatto diretto sulle zone abitate alle pendici del vulcano, le correnti piroclastiche possono rappresentare un pericolo per la frequentazione della zona sommitale del vulcano etneo”.

Carosi ha evidenziato come l’insorgenza di queste correnti sia repentina e influenzata da molteplici fattori, tra cui:

  • L’instabilità del cono vulcanico.
  • L’area della porzione interessata dal possibile cedimento.
  • La direzione di propagazione e la morfologia del versante interessato.
  • La presenza di altri fattori catalizzanti, come masse di neve sepolte.

Il Presidente della SGI ha inoltre rimarcato che la scarsa frequenza di questi eventi su vulcani mafici e a condotto aperto come l’Etna determina una ancora limitata conoscenza delle dinamiche di innesco e sviluppo di tali fenomeni in questi contesti. Per questo motivo, Carosi ha concluso ribadendo l’importanza di “mantenere alta l’attenzione verso queste fenomenologie inusuali, considerando che la frequenza di accadimento delle correnti piroclastiche all’Etna è chiaramente in crescita”.

L’evento del 2 giugno 2025 sull’Etna, seppur senza impatti diretti sulle aree abitate, sottolinea l’importanza del monitoraggio costante e della comprensione approfondita dei fenomeni vulcanici, specialmente per la sicurezza di coloro che frequentano le quote più elevate del vulcano.

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