Ex Ilva: Il MASE rafforza il presidio ambientale, ma gli enti territoriali dissentono
Si è conclusa la Conferenza dei servizi convocata per il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dello stabilimento siderurgico di Taranto, l’ex ILVA. Un momento cruciale per il futuro di uno dei siti industriali più complessi d’Italia, al centro di un decennale dibattito tra produzione, occupazione e tutela della salute.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha annunciato la conclusione positiva della Conferenza, con l’approvazione del parere istruttorio conclusivo da parte dell’autorità competente. Questo parere include “numerose prescrizioni ambientali” volte a migliorare le performance dello stabilimento.
Pichetto: “Migliorare Performance e Tutelare la Salute”
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha sottolineato l’importanza del risultato: “Con il riesame dell’AIA rafforziamo il presidio ambientale su uno dei siti industriali più complessi del Paese. Le prescrizioni previste dalla Commissione assicurano il miglioramento delle performance ambientali, in coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione e con la necessaria tutela della salute dei cittadini”.
La dichiarazione del Ministro evidenzia l’intenzione di conciliare gli obiettivi di transizione ecologica con la protezione della popolazione locale, un equilibrio delicato che da anni è al centro del dibattito tarantino.
Il dissenso degli Enti Territoriali: la questione decarbonizzazione
Nonostante l’esito positivo per il MASE, la Conferenza ha registrato un parere contrario unanime da parte degli enti territoriali: la Regione Puglia, la Provincia di Taranto, il Comune di Taranto e il Comune di Statte.
Tra le motivazioni addotte per il dissenso, spicca la mancata sottoscrizione dell’Accordo di Programma sul piano di decarbonizzazione dell’impianto. Questo punto è cruciale, poiché rappresenta la visione degli enti locali su come e quando lo stabilimento debba convertire i propri processi produttivi per ridurre drasticamente l’impatto ambientale, in particolare le emissioni climalteranti. La loro posizione suggerisce una distanza tra le prescrizioni ministeriali e le aspettative del territorio in termini di tempistiche e impegni concreti verso una transizione ecologica radicale.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha ribadito che proseguirà il percorso istituzionale nel rispetto delle procedure previste, considerando sia gli obiettivi di transizione industriale che quelli ambientali del sito. Resta da vedere come si evolverà il dialogo tra il governo centrale e gli enti territoriali su un tema così delicato e impattante per la comunità di Taranto.
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