Metano, allarme IEA: Nel 2024 emissioni vicine al record storico
Le emissioni globali di metano derivanti dalle attività legate a petrolio, gas e carbone continuano a essere drammaticamente elevate. Lo conferma il nuovo Global Methane Tracker 2025 pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che denuncia come questo gas serra – oltre 80 volte più potente della CO₂ nel breve termine – stia compromettendo gli sforzi globali per contenere il riscaldamento climatico entro 1,5°C. “Una riduzione del 75% delle emissioni di metano dai combustibili fossili entro il 2030 è fondamentale per evitare un riscaldamento pericoloso del pianeta”, ha dichiarato Fatih Birol, Direttore esecutivo dell’IEA. “Ora dobbiamo concentrarci sul trasformare gli impegni in azioni concrete, continuando a puntare più in alto”.
Settore energetico sotto pressione
Il report dell’AIE evidenzia che oltre il 40% delle emissioni antropiche di metano proviene dal settore energetico, in particolare dalla produzione e trasporto di gas naturale, dall’estrazione e raffinazione del petrolio, e dall’attività legata al carbone. Nonostante la crescente consapevolezza politica e industriale, i tagli alle emissioni restano lenti e insufficienti. Eppure, molte delle tecnologie per contenere queste perdite sono già economicamente accessibili e disponibili sul mercato. “Il metano è una delle opzioni più efficaci e a basso costo per ridurre le emissioni nel breve termine”, ribadisce Birol. “Le tecnologie esistono, ma serve una maggiore volontà politica e industriale per applicarle su scala”.
Le soluzioni
Il Global Methane Tracker 2025 sottolinea che oltre il 75% delle emissioni del settore energetico può essere evitato con tecnologie esistenti. Tuttavia, mancano normative obbligatorie per il rilevamento e la riparazione delle perdite (LDAR), sanzioni per la mancata conformità, incentivi reali all’investimento nel monitoraggio e contenimento delle emissioni. Inoltre, il divario tra dati ufficiali e quelli raccolti tramite monitoraggio satellitare dimostra che le emissioni sono spesso sottostimate o mal dichiarate.
Priorità globale
L’IEA colloca il contenimento del metano tra le azioni climatiche più urgenti, accanto alla transizione energetica. Dal 2021 oltre 150 Paesi hanno firmato il Global Methane Pledge, ma gli impegni si stanno trasformando in risultati con troppa lentezza.“Intervenire subito sul metano è un’opportunità che non possiamo permetterci di sprecare”, afferma l’IEA. “L’impatto climatico sarebbe immediato, e molti interventi si ripagano da soli in pochi anni”.
Il ruolo dell’Europa e dell’Italia
Anche l’Unione Europea si è mossa con una proposta legislativa sulla riduzione delle emissioni di metano, che include obblighi per il monitoraggio, la rilevazione e la riparazione delle perdite, sistemi di reporting trasparenti e tracciabili, e requisiti anche per il gas importato dai Paesi terzi. L’Italia, come grande importatrice di gas e attore strategico nel Mediterraneo, è chiamata a rafforzare i propri strumenti normativi e di controllo.
“L’UE potrebbe ridurre del 30% le emissioni globali del settore fossile introducendo standard sulle importazioni”, segnala l’IEA. “Ma l’implementazione è ancora lontana, e i tempi legislativi posticipano tutto oltre il 2030”.
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