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Inceneritore di Bergamo, anche il consiglio provinciale dice no al progetto

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Inceneritore di Bergamo, anche il consiglio provinciale dice no al progetto

È arrivato un altro parere negativo per il progetto dell’inceneritore di Bergamo.

A sollevare le forti criticità ambientali, sanitarie ed economiche, sono stati prima i 41 sindaci del territorio, in rappresentanza di 200mila cittadini. E adesso anche il consiglio provinciale si è espresso in modo sfavorevole. Si tratta di un impianto che, se realizzato, sarebbe il più grande d’Italia per potenza.

Il no dei sindaci del territorio e dei cittadini al progetto dell’inceneritore di Bergamo

In una lettera inviata a Provincia, Ats, Regione Lombardia, Arpa e ministero delle Imprese e del Made in Italy a fine febbraio, i sindaci scrivevano: “Già sopportiamo cave, aeroporto, due impianti di trattamento rifiuti, impianti per la produzione di asfalti”. Un nuovo inceneritore “in una zona fra le più abitate e inquinate d’Italia ci sembra dal punto di vista ambientale devastante”. Inoltre, dati alla mano, l’impianto sarebbe inutile: “La Lombardia – spiegano – produce ogni anno 4.782.257 tonnellate di rifiuti. Ne differenzia il 73% (in provincia di Bergamo il 78%)”.



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Il no della provincia all’inceneritore

E adesso, il no della Provincia rischia di bloccare il progetto ancora prima di partire. Stiamo parlando di un impianto da 154 MW di potenza, composto da una fossa di ricevimento e stoccaggio dei residui provenienti dalle piattaforme di recupero rifiuti. Poi due linee di combustione, due linee di trattamento fumi, una linea di combustione di back-up, un’area chiusa di stoccaggio delle ceneri pesanti da combustione, una sezione di recupero energetico (elettrico e termico). E ancora un sistema di invio aria esausta, due capannoni funzionali all’impianto, servizi ausiliari, uffici e locali di servizio (spogliatoi, bagni, sala mensa).

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