Asma, cresce l’incidenza nelle zone urbane a causa dell’inquinamento
L’asma è una malattia che non ha età: colpisce i bambini, gli adolescenti e gli adulti. Parliamo del 5-6% della popolazione, quindi almeno 3 milioni di italiani. Di questi circa il 10% è affetto dalla forma grave della malattia, che rappresenta una sfida per la salute del paziente, ed un costo per il SSN. L’ asma grave, infatti, “è causa di visite non programmate, ripetuti accessi al Pronto soccorso e ricoveri in ospedale e, in casi rarissimi, anche di morte. Lo spiega Paola Rogliani, professoressa ordinaria di Malattie dell’Apparato Respiratorio e direttore Uoc della Fondazione Policlinico Tor Vergata e presidente-eletto della Società Italiana Pneumologia (Sip-Irs).
L’asma cresce nei paesi industrializzati e viaggia di pari passo all’inquinamento atmosferico
Nel mondo l’asma è una “patologia in lieve incremento, specialmente nei cosiddetti Paesi industrializzati. Sicuramente – sostiene la professoressa Rogliano – riscontriamo una maggiore incidenza e prevalenza nelle zone urbane, anche a causa dell’inquinamento”.
Smog e inquinamento atmosferico sono fattori di rischio per l’asma e viaggiano a braccetto: quando cresce l’uno, si diffonde pure l’altro, la malattia. Spesso ne pagano le conseguenze i bambini che hanno un apparato respiratorio più vulnerabile come quello degli anziani. Durante l’infanzia, l’inquinamento concorre ad acuire le crisi e fa emergere nuovi casi di malattia.
Il principale responsabile è l’inalazione del biossido di azoto, una sostanza irritante per l’apparato respiratorio, presente nell’aria a causa della combustione. Quindi, specialmente al traffico e al riscaldamento eccessivo.
Biossido di azoto fattore di rischio per l’asma infantile
Da recenti studi si evince che più della metà dei nuovi casi di asma nei bambini, 6 su 10, si verificano nelle aree urbane, a conferma del grande impatto che ha il traffico veicolare sulla qualità dell’aria. E, di conseguenza, sulla salute.
Dai dati emerge chiaramente l’impatto dell’inquinamento atmosferico provocato dal gas sulla salute respiratoria dei più piccoli. Il biossido di azoto – il gas derivante principalmente dallo scarico dei veicoli a motore – è considerato un fattore di rischio per l’asma infantile. “Va detto, però, che un bambino con asma non necessariamente diventerà un adulto asmatico – precisa la Rogliani – perché durante la crescita è possibile che i sintomi diminuiscano o che la malattia regredisca completamente”.
Nessuna attività è preclusa se l’asma è ben controllata a livello terapeutico
Nonostante la malattia in aumento, “se il paziente è ben controllato e segue la terapia del proprio medico nessuna attività è preclusa” continua la Rogliani -. È importante “il corretto controllo dei sintomi, la gestione delle crisi acute e l’aderenza alla terapia inalatoria. Generalmente semplice da seguire perché si basa sull’associazione di farmaci broncodilatatori e corticosteroidi. Mira ad alleviare i sintomi e a ridurre l’infiammazione delle vie aeree” evidenzia.
Con l’arrivo della primavera e del periodo di fioritura del polline, poi, i pazienti asmatici e perdipiù allergici possono riscontrare un peggioramento dei loro sintomi. “Molti asmatici – prosegue la Rogliani – possono presentare inoltre un’iperattività bronchiale, rendendo le loro vie aeree particolarmente sensibili a stimoli come odori intensi, eccessiva umidità o appunto il polline”.
L’inquinamento, insieme all’esposizione agli allergeni, al fumo di sigaretta, alle infezioni virali e allo stress – è uno dei fattori in grado di amplificare il livello della malattia. Il biossido d’azoto, come l’ozono, provoca infatti l’infiammazione e l’ostruzione delle vie aeree già nelle persone sane. E ancor di più in chi soffre di malattie croniche respiratorie.
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