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Emissioni: nuova procedura di Infrazione Ue per l’ex Ilva di Taranto

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Emissioni: nuova procedura di Infrazione Ue per l’ex Ilva di Taranto

L’ex Ilva di Taranto è finita nuovamente sotto l’attenzione della Commissione Europea per non aver rispettato la direttiva UE sulle emissioni industriali. La procedura di infrazione è stata avviata dopo che Bruxelles ha rilevato che l’Italia non ha adeguato la normativa nazionale alle disposizioni comunitarie, compromettendo la salute umana e l’ambiente. L’Italia ora ha due mesi per rispondere e prendere provvedimenti, altrimenti sarà portato avanti l’iter di infrazione.

La direttiva Ue

La direttiva europea sulle emissioni industriali ha lo scopo di limitare l’inquinamento prodotto dalle attività industriali, in particolare da impianti come quello di Taranto. Essa stabilisce parametri stringenti per ridurre le emissioni di sostanze pericolose, proteggendo la salute umana e l’ambiente. L’Unione Europea ha sottolineato che l’Italia non ha ancora recepito e attuato correttamente queste disposizioni, mettendo a rischio l’efficacia della normativa.

Le criticità di Taranto

Bruxelles ha evidenziato come il sito pugliese non stia operando in conformità con le normative europee sulle emissioni industriali. L’impianto, uno dei più grandi d’Europa, è noto per le sue significative emissioni di CO2 e altre sostanze inquinanti, come polveri sottili e ossidi di azoto. La Commissione ha espresso preoccupazione per l’impatto di queste emissioni sulla salute della popolazione di Taranto e sulle condizioni ambientali circostanti.

La risposta dell’Italia

La Commissione Europea ha concesso all’Italia un periodo di due mesi per mettere in atto misure per allinearsi alla normativa europea. Se il governo italiano non adempie agli obblighi, la Commissione potrà emettere un parere motivato e avviare ulteriori procedimenti legali, che potrebbero portare anche a sanzioni economiche.

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