Smog e mente: studio milanese svela come l’aria inquinata rallenta il cervello
Lo smog non danneggia solo polmoni e cuore. Secondo uno studio realizzato dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con l’Università di Padova, l’associazione Cittadini per l’aria e la rivista Epidemiologia e Prevenzione, la qualità dell’aria influenza anche la prontezza mentale. In particolare, l’esposizione al biossido di azoto può influire negativamente su attenzione, concentrazione e capacità di risposta a stimoli cognitivi.
Test cognitivi rallentati dall’inquinamento
Lo studio ha coinvolto 329 volontari milanesi, ognuno dei quali ha indossato per una settimana un campionatore personale per misurare l’esposizione al biossido di azoto. Durante quel periodo, i partecipanti hanno eseguito quotidianamente un test di Stroop per valutare attenzione e concentrazione.
I risultati sono stati chiari: chi era stato esposto a una maggiore quantità di biossido di azoto nelle 12 ore precedenti al test ha mostrato tempi di risposta più lunghi del 4,4 per cento. Inoltre, le persone con un’esposizione più alta nelle 24 ore precedenti hanno commesso in media il 76 per cento di errori in più.
L’impatto dello smog sul benessere mentale
Lo studio si è concentrato anche su altri aspetti del benessere psicofisico, come qualità del sonno, livello di energia e percezione dello stress. In questi ambiti, non sono state trovate correlazioni significative con l’inquinamento. Tuttavia, un confronto con una ricerca simile condotta a Barcellona ha mostrato differenze interessanti: i milanesi risultano più stressati e meno energici rispetto agli abitanti della città catalana. Secondo i ricercatori, le cause possono essere legate all’età media più alta del campione milanese, ma anche alla maggiore esposizione allo smog nel periodo invernale.
Le soglie di legge non bastano a proteggere la salute
Nel 2024, la media annuale di biossido di azoto a Milano è stata di 39 microgrammi per metro cubo, appena sotto la soglia europea di 40. Tuttavia, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda un limite molto più basso: 10 microgrammi. Entro il 2030, l’Unione Europea porterà il limite legale a 20 microgrammi. Per Milano e la Lombardia, questo significa dimezzare i valori attuali, un obiettivo considerato estremamente difficile da raggiungere.
Spazi urbani e salute: il confronto con Barcellona
A Barcellona, interventi urbanistici recenti hanno puntato a migliorare la qualità dello spazio pubblico e dell’aria. Secondo Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, questo tipo di approccio dovrebbe essere preso ad esempio anche in Italia. Le differenze nei risultati tra le due città sembrano dimostrare che la qualità dell’ambiente urbano influisce direttamente sulla salute mentale e sul benessere dei cittadini.
Una questione di equità sociale
L’inquinamento colpisce tutti, ma non in modo uguale. Le fasce della popolazione più fragili, spesso costrette a vivere in aree più esposte e con minori possibilità di protezione, subiscono le conseguenze peggiori. Per Gerometta, Milano deve ripensare le sue politiche ambientali in chiave di giustizia sociale, affinché ogni cittadino possa avere diritto a una buona qualità della vita.
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