In Toscana arriva il “naso elettronico” per il monitoraggio dei cattivi odori
Il problema dei cattivi odori rappresenta una delle principali criticità ambientali in Toscana, dove l’espansione urbana ha portato abitazioni e aree produttive a convivere più da vicino. Per rispondere a questa emergenza, ARPAT – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana – ha introdotto un innovativo strumento di monitoraggio: l’Instrumental Odour Monitoring System (IOMS), noto anche come “naso elettronico”. Presentato lo scorso martedì in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze, il dispositivo promette di rivoluzionare la gestione delle molestie olfattive.
Come funziona il naso elettronico
Il sistema IOMS aspira l’aria ambientale, analizzandone in tempo reale il profilo olfattivo, ovvero la miscela di sostanze responsabili dei cattivi odori. Se l’intensità supera una soglia prestabilita, viene attivato automaticamente un campionatore che raccoglie l’aria in sacche per analisi di laboratorio con olfattometri dinamici, strumenti che quantificano la concentrazione odorigenica. Questo metodo consente di identificare rapidamente le fonti di emissione, facilitando interventi mirati e tempestivi.
Secondo l’assessora regionale Monia Monni, l’adozione di tecnologie avanzate come il naso elettronico rappresenta un passo fondamentale per migliorare la qualità dell’aria e il benessere delle comunità, con un’attenzione particolare all’ambiente e all’economia circolare. Per il direttore di ARPAT, Pietro Rubellini, questo strumento segna un’evoluzione nella scienza degli odori, aprendo nuove possibilità anche in campo medico e ambientale.
Applicazioni future
Attualmente il naso elettronico è addestrato per rilevare odori prodotti nella fabbricazione di conglomerati bituminosi e asfalti, ma l’obiettivo è di estenderne l’uso a numerosi altri impianti industriali, come discariche, impianti di trattamento rifiuti, depuratori e raffinerie. L’integrazione con una Web-App per le segnalazioni dei cittadini permetterà una gestione più partecipata delle problematiche olfattive, garantendo risposte rapide e dati oggettivi per aggiornare le autorizzazioni ambientali e rendere più rigorosi i controlli.
La normativa italiana
In Italia la regolamentazione sulle emissioni odorigene è storicamente carente e spesso lasciata alla discrezionalità delle Regioni. Norme come l’articolo 272-bis del Testo Unico Ambientale forniscono un quadro generico, senza limiti precisi uniformi. Per migliorare la situazione, il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha approvato nel 2018 delle metodologie standardizzate per la valutazione delle emissioni odorigene, favorendo un controllo più efficace e omogeneo su tutto il territorio nazionale.
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