Parco del Delta del Po: la Regione investe 200mila euro per l’oasi di Ortazzo-Ortazzino
La Regione Emilia-Romagna rafforza il proprio impegno nella tutela ambientale con un nuovo finanziamento di 200mila euro per la riserva naturale di Ortazzo-Ortazzino, nel cuore del Parco del Delta del Po. I fondi, che saranno erogati in due tranche (100mila euro nel 2025 e 100mila nel 2026), sono destinati a interventi urgenti di conservazione e gestione attiva, dopo l’acquisizione dell’area da parte del patrimonio pubblico.
Investimento nella biodiversità per un’area unica
I contributi regionali, a favore dell’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Delta del Po, verranno utilizzati per una serie di misure previste dal Piano di gestione dell’area: dalla messa in sicurezza alla regolazione degli accessi, fino alla gestione idraulica e al contenimento della pressione antropica.
Il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessora a Parchi e Forestazione, Gessica Allegni, hanno sottolineato che questo investimento rappresenta una priorità. “Rafforziamo il nostro impegno per la tutela della biodiversità, a conferma della volontà di dare piena attuazione alle politiche ambientali in coerenza con la Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile”, hanno dichiarato. L’obiettivo è proteggere un patrimonio naturale “da difendere e preservare anche per le generazioni future”.
Un patrimonio pubblico da salvaguardare
La riserva naturale di Ortazzo-Ortazzino si estende su una superficie di 481 ettari ed è considerata un “unicum” a livello regionale e nazionale per i suoi habitat litoranei intatti. Il sito, di straordinaria importanza, è inserito nella Rete Natura 2000 e ospita un’elevata diversità di specie, tra cui uccelli migratori, anfibi, rettili e specie vegetali rare.
Dopo essere stata per anni oggetto di compravendite private, l’oasi è stata ufficialmente acquisita dal Parco del Delta del Po il 2 aprile 2024, grazie a un’azione congiunta di Regione, Comune di Ravenna ed Ente Parco per un costo complessivo di 516mila euro, riportandola così interamente nel patrimonio pubblico.
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