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Rapporto Bes Istat 2023: in Italia 42 giorni di caldo record. Peggiora la qualità dell’aria

Bes Istat 2023

Rapporto Bes Istat 2023: in Italia 42 giorni di caldo record. Peggiora la qualità dell’aria

L’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat ha rilevato nel 2023 ben 42 giorni di caldo intenso nel nostro Paese – con un aumento di 36 giorni rispetto al periodo 1981-2010 – un incremento della siccità e un drastico peggioramento della qualità dell’aria.

Attraverso l’analisi di una serie di indicatori statistici, il documento ha mostrato i livelli delle disuguaglianze di benessere osservabili nei 12 domini in cui si articola il Bes Istat 2023. Si tratta di: salute; istruzione e formazione; lavoro e conciliazione dei tempi di vita; benessere economico; relazioni sociali; politica e istituzioni; sicurezza; benessere soggettivo; paesaggio e patrimonio culturale; ambiente; innovazione, ricerca e creatività; qualità dei servizi.

In riferimento all’area tematica ambientale, l’ultimo Bes Istat 2023 ha comprovato le conseguenze negative del climate change sulla qualità della nostra vita con una netta crescita di fenomeni estremi. È sempre più frequente, infatti, l’alternanza tra caldo intenso e ondate di maltempo con violenti temporali che portano con sé freddo e vento.

Bes Istat: il 2023 tra gli anni più caldi di sempre con una media di 5,5 giorni consecutivi senza pioggia

Oltre ai già citati 42 giorni bollenti, c’è stato un prolungamento di seri e continuativi episodi di siccità, raggiungendo a livello nazionale il valore di 29 giorni consecutivi senza pioggia, con una media di 5,5 giorni rispetto all’arco temporale compreso tra il 1981-2010. Confermata anche la tendenza generalizzata all’aumento delle temperature (media, massima e minima) in tutta l’Italia.

Il 70,8% degli over 14 esprime ansia e inquietudine per la salute ambientale

I dati del Rapporto Istat sul benessere equo e sostenibile sottolineano anche la crescente preoccupazione dei cittadini per l’ambiente e la consapevolezza che le azioni intraprese abbiano, finora, deluso le aspettative. L’apprensione è diffusa soprattutto tra i più giovani: nel 2023, infatti, il 70,8% degli over 14 ritiene che i cambiamenti climatici o l’aumento dell’effetto serra e il buco dell’ozono siano tra le 5 preoccupazioni ambientali prioritarie.



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Peggiora anche la qualità dell’aria con l’aumento delle emissioni di CO2 e inquinamento da PM2,5

Il report, in relazione al 2022, ha osservato anche un peggioramento della qualità dell’aria con un aumento della percentuale dei superamenti di PM2,5 che arriva al 76,2%, contro il 71,7% del 2021. Le emissioni di CO2 e degli altri gas climalteranti (o gas effetto serra) prodotte dalle attività economiche e dalle famiglie continuano a crescere, raggiungendo le 7,3 tonnellate di CO2 equivalente per abitante, ossia i livelli del 2019 pre-pandemici.

Scende la produzione di energia da fonti rinnovabili e dei rifiuti urbani, cresce il consumo di suolo

Sempre nel 2022, è diminuita la produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico, geotermico, eolico, fotovoltaico, termico da biomasse) e si è rivelata stabile la dispersione di acqua potabile dalle reti comunali di distribuzione. Inoltre, si è registrata una preoccupante accelerazione rispetto a quanto rilevato negli anni passati per un totale di suolo consumato del 7,14% del territorio nazionale. Buone notizie arrivano dal settore dei rifiuti: la produzione di rifiuti urbani per abitante è diminuita, attestandosi a 29,05 milioni di tonnellate pari a 492 chilogrammi per abitante (-8,2 kg/ab.), tornando quasi al livello del 2020.

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