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Storica sentenza in Germania: i grandi emettitori possono rispondere dei danni climatici

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Storica sentenza in Germania: i grandi emettitori possono rispondere dei danni climatici

Dopo dieci anni di battaglie legali, la corte superiore di Hamm, in Germania, ha respinto la storica causa intentata da Saul Luciano Lliuya, contadino e guida di montagna peruviana, contro RWE, uno dei principali emettitori europei di CO₂.

Il tribunale ha stabilito che il rischio di inondazione per la casa di Lliuya non era sufficientemente imminente da giustificare un risarcimento. Tuttavia, la sentenza ha stabilito un precedente importante: in casi futuri, aziende fossili potrebbero essere ritenute responsabili per i danni climatici, se la minaccia è concreta e dimostrabile.

Il caso

Lliuya vive a Huaraz, città andina minacciata dall’ingrossamento del lago glaciale Palcacocha, situato sopra la sua abitazione. Secondo il ricorso, l’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici – e attribuito in parte alle emissioni storiche di RWE, pari allo 0,5% del totale globale – avrebbe accresciuto il rischio di alluvioni potenzialmente mortali.

Lliuya chiedeva un risarcimento parziale proporzionale all’impatto dell’azienda sul riscaldamento globale, basandosi sui dati del database Carbon Majors.

Il verdetto: niente risarcimento, ma principio legale affermato

Pur respingendo il caso, i giudici hanno confermato un principio chiave:

Le aziende possono essere ritenute legalmente responsabili per i danni causati dalle loro emissioni di gas serra.

Un punto sottolineato anche dall’avvocata di Lliuya, Dr. Roda Verheyen, che ha definito la sentenza un “pietra miliare” per il contenzioso climatico, paragonabile al celebre caso Milieudefensie v. Shell.

Nuove opportunità per la giustizia climatica

Secondo Joana Setzer, docente alla London School of Economics, la decisione apre un precedente giuridico che rafforza oltre 60 cause legali in corso nel mondo contro aziende fossili. La sentenza della corte tedesca potrebbe influenzare futuri contenziosi anche in Stati Uniti, Giappone e altri paesi con sistemi legali simili.

Il ruolo della scienza nel diritto climatico

La decisione ha riconosciuto la validità degli studi di attribuzione climatica, che quantificano l’impatto specifico di aziende o nazioni sulle emissioni globali e sui relativi danni. Un campo scientifico in rapida crescita che potrà fornire prove sempre più solide nei tribunali.

“La pressione legale sui grandi inquinatori continuerà a crescere”, ha commentato Benjamin Franta, esperto di contenzioso climatico all’Università di Oxford.

Sentenza storica

Nonostante la sconfitta in tribunale, Lliuya ha accolto con favore la sentenza:

“Oggi le montagne hanno vinto. Questo verdetto dimostra che i grandi inquinatori possono essere chiamati a rispondere delle loro azioni. Non era solo una causa personale, ma per tutte le comunità colpite dal clima”.

Anche l’ONG Germanwatch, che ha sostenuto il caso, ha parlato di “sentenza storica” e di una base giuridica che potrà essere usata da altre vittime della crisi climatica in tutto il mondo.

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