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Associazioni ambientaliste escluse dai tavoli tecnici per il Pniec

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Associazioni ambientaliste escluse dai tavoli tecnici per il Pniec

Wwf, Greenpeace, Legambiente e altre associazioni ambientaliste denunciano di essere escluse dai tavoli tecnici per l’elaborazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). L’appello per un confronto diretto con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Dopo la bocciatura da parte dell’Ocse e della Commissione Ue, il governo italiano è ora chiamato a presentare una versione aggiornata del Piano strategico per la transizione ecologica.

A quattro mesi dalla deadline, nonostante le criticità e le raccomandazioni della Commissione europea, dal MASE mancano reali opportunità per una partecipazione effettiva ed adeguata alla definizione del Pneic, denunciano le associazioni ambientaliste.

L’appello delle associazioni ambientaliste per il Pneic

Attraverso un comunicato stampa WWF Italia, Greenpeace Italia, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment denunciano: “Il tempo per cambiare e migliorare l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) è sempre più breve e il Piano, che deve essere completato nei prossimi quattro mesi, a oggi presenta ancora profonde criticità nella definizione dei suoi obiettivi strategici, nell’individuazione delle giuste politiche per il raggiungimento degli stessi e in un anacronistico ancoraggio al mondo delle energie fossili.”

“Invece – proseguono ancora questi nell’appello congiunto – incurante delle critiche già ricevute, il MASE ha deciso di procedere alla consultazione della società civile nuovamente e solamente con un altro questionario”. Strumento ritenuto dalle associazioni insufficiente per poter “assegnare un peso e un indirizzo a ciascuna delle tecnologie che possono concorrere alla decarbonizzazione e alla transizione energetica”.

Non solo, secondo gli ambientalisti, le ventuno domande aperte attraverso cui il Ministero chiede a istituzioni, privati, associazioni e stakeholder di indicare cosa si ritiene prioritario inserire nel Piano, risulterebbero “per lo più circostanziate e indirizzate, non sempre in maniera neutra”.

Una consultazione carente”

Le associazioni denunciano che, nonostante la consultazione organizzata dal MASE tenti di mantenere un’apparenza di neutralità, trascura di menzionare che molte decisioni sono già state prese nella bozza di aggiornamento presentata alla Commissione Ue.

Rispetto a quella bozza poi, l’attuale consultazione non richiede un contributo sostanziale delle parti interessate su questioni cruciali per la transizione energetica. Tra queste, la roadmap per un effettivo abbandono di tutte le fonti fossili, elemento completamente assente nel Piano attuale, sottolineano gli ambientalisti.

Inoltre, questa seconda consultazione dovrebbe prendere in considerazione le numerose raccomandazioni formali avanzate dalla Commissione europea. Queste, hanno messo in luce le molteplici carenze del Pniec italiano, ribadiscono le associazioni. “Non ultimo proprio quello che riguarda il processo di partecipazione, ma anche la non adeguata chiarezza su obiettivi e misure e sugli strumenti posti in essere per conseguirli, e ancora su target di riduzione delle emissioni non coerenti con quelli comunitari, ecc.”.

Il principio di partecipazione

Le associazioni ambientaliste concludono ribadendo che, secondo quanto stabilito dal Regolamento sulla Governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima, Stato membro deve garantire al pubblico opportunità tempestive ed efficaci di partecipare all’elaborazione del Pneic.

Nonostante le molteplici richieste di coinvolgimento ai tavoli tecnici, le richieste delle associazioni ambientaliste, sostenute da documenti posizionali con dati scientifici e argomentazioni, sono rimaste completamente inascoltate.

Con l’avvicinarsi della scadenza del 30 giugno 2024, WWF Italia, Legambiente e le altre associazioni ambientaliste lanciano nuovamente l’appello al governo per “poter interloquire in maniera diretta e approfonditamente con il MASE e con gli altri stakeholder; e di poter effettivamente contribuire all’elaborazione del Piano, partendo dal confronto sulle numerose criticità presenti nel Piano”.

La partecipazione deve essere considerata con serietà e implica un confronto effettivo su decisioni che, almeno in gran parte, sono già state prese e sulle quali finora non si sono riscontrati miglioramenti significativi, concludono le associazioni.

Cos’è il Pniec

Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), è un documento strategico elaborato da ciascun paese dell’Unione Europea. Tale piano è una risposta alle direttive dell’Unione Europea, in particolare al regolamento n. 2018/1999 noto come “Governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima”, e mira a fornire una visione integrata delle politiche nazionali in materia di energia e clima.

Il piano deve quindi contenere gli obiettivi e le misure che un Paese intende adottare per affrontare le sfide legate all’energia e al cambiamento climatico. Ciò include, ad esempio, gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, l’aumento dell’efficienza energetica, la promozione delle energie rinnovabili e altri aspetti legati alla sostenibilità ambientale. La Commissione Europea valuta periodicamente i Pneic degli Stati membri per garantire il raggiungimento degli obiettivi comuni a livello europeo.

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