Terra dei Fuochi: picchi di veleno anche nelle piante
La Terra dei Fuochi continua a rivelare il suo impatto devastante sull’ambiente e sulla salute. Nuove ricerche, pubblicate sulla rivista Science of the Total Environment, mostrano che l’inquinamento non colpisce solo l’aria e il suolo, ma anche la vegetazione che “respira” l’aria contaminata. Lo studio, condotto da un team internazionale sotto la guida dell’Università Federico II di Napoli e dello Sbarro Health Research Organization (SHRO) di Philadelphia, ha utilizzato un bioindicatore vegetale – il muschio Scorpiurum circinatum – per monitorare i livelli di contaminazione atmosferica in alcune aree della Campania, comprese quelle ritenute “meno a rischio”.
Le zone studiate: Giugliano e Carditello
Il team di ricercatori ha posizionato dei “moss bag”, piccole sacche contenenti muschio vivo, in sei diversi siti: la zona industriale di Giugliano in Campania, storicamente nota per lo smaltimento illecito di rifiuti, e la foresta della Reggia di Carditello, un contesto rurale apparentemente più sano. Come punto di controllo, è stato scelto il Monte Faito, un’area remota e incontaminata.
Risultati preoccupanti
I risultati dello studio sono preoccupanti: già dopo soli 21 giorni di esposizione, i muschi provenienti da Giugliano e Carditello mostravano livelli elevati di metalli tossici, tra cui arsenico, mercurio e piombo. I ricercatori hanno riscontrato risposte biologiche gravi, come l’attivazione di meccanismi di difesa antiossidante e danni cellulari osservabili al microscopio.
Non esistono più luoghi sicuri
La scoperta più allarmante riguarda la similarità dei livelli di inquinamento tra le zone industriali e quelle rurali. La dottoressa Adriana Basile, co-autrice della ricerca, ha sottolineato che “anche in ambienti che sembrano integri, come la Reggia di Carditello, i livelli di contaminazione sono simili a quelli delle aree più compromesse”. Ciò significa che l’inquinamento atmosferico sta colpendo ogni angolo della Terra dei Fuochi, senza distinzione tra aree ad alto rischio e quelle apparentemente sicure.
Il muschio come “sentinella” della salute pubblica
Il muschio, un organismo statico, è stato utilizzato come bioindicatore per monitorare la qualità dell’aria. I suoi segni di stress biologico in tempi così brevi (solo 21 giorni) sono un chiaro segnale di quanto la popolazione locale sia esposta a rischi per la salute. “Questo studio fornisce una conferma scientifica della gravità dell’inquinamento che la popolazione locale denuncia da anni” sottolinea invece la dottoressa Iris Maria Forte, ricercatrice dello SHRO. Il rischio per la salute pubblica è quindi reale e urgente.
Necessario un intervento immediato
I dati raccolti confermano una realtà drammatica: l’inquinamento atmosferico causato dai roghi tossici nella Terra dei Fuochi non solo colpisce l’ambiente, ma ha ripercussioni dirette sulla salute umana. È quindi cruciale adottare un approccio One Health, che riconosca l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale, e che porti a azioni concrete per affrontare l’inquinamento e tutelare la salute della popolazione.
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