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Guerra Israele-Iran, perché si rischia crisi climatica ed energetica

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Guerra Israele-Iran, perché si rischia crisi climatica ed energetica

La recente escalation militare in Medio Oriente, con attacchi israeliani contro siti nucleari e militari iraniani e la risposta missilistica di Teheran, ha riacceso tensioni geopolitiche che stanno influenzando pesantemente i mercati globali dell’energia.

Aumento del prezzo del greggio: cause e dinamiche

L’Iran, terzo esportatore OPEC con il 3% della produzione mondiale di petrolio e il 7% di gas, è al centro della crisi. Le infrastrutture energetiche iraniane, come il giacimento di South Pars e le raffinerie di Abadan e Isfahan, sono potenziali obiettivi militari, e la minaccia di interruzioni nell’offerta ha fatto schizzare i prezzi del petrolio, con rialzi intraday superiori al 13% e un aumento dell’8% nelle contrattazioni giornaliere.



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Lo Stretto di Hormuz, passaggio cruciale per circa un quarto del petrolio mondiale, è tornato a essere un punto critico: la sospensione delle attività di alcune compagnie di navigazione e il timore di blocchi o attacchi rendono ancora più incerta la situazione.

Ripercussioni economiche e ambientali

L’impennata del prezzo del greggio si traduce in un aumento dei costi energetici globali, con effetti a cascata su trasporti, industria e consumi domestici. Questo scenario spinge nuovamente a un maggiore utilizzo di fonti fossili più inquinanti per far fronte alla domanda, rallentando la transizione verso energie rinnovabili e aumentando le emissioni di gas serra, con conseguenze negative per il clima e la salute ambientale.

Inoltre, la volatilità dei mercati energetici e la pressione sulle infrastrutture possono indurre a un aumento delle perforazioni e dell’estrazione di petrolio non convenzionale, attività ad alto impatto ambientale.

Verso una crisi energetica e climatica

Gli esperti avvertono che un conflitto prolungato potrebbe mantenere elevati i prezzi del petrolio e del gas, alimentando uno shock energetico globale e rallentando gli sforzi di decarbonizzazione. La crisi mette in luce la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento energetiche e la necessità di accelerare la transizione verso fonti pulite e infrastrutture resilienti.

La crisi in Medio Oriente non è solo una questione geopolitica, ma un fattore determinante per i mercati energetici e per l’ambiente globale. L’aumento del prezzo del greggio, alimentato dalle tensioni tra Israele e Iran, rischia di compromettere gli obiettivi climatici e di aggravare l’inquinamento atmosferico. Occorre quindi una risposta coordinata che tenga conto sia della stabilità economica sia della tutela ambientale.

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