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Attivismo ambientale: WWF contro la Norvegia sull’estrazione mineraria nell’Artico

WWF Norvegia estrazione

Attivismo ambientale: WWF contro la Norvegia sull’estrazione mineraria nell’Artico

Il WWF ha avviato un’azione legale contro la Norvegia per aver aperto le acque dell’Artico all’estrazione mineraria “senza averne adeguatamente indagato le conseguenze”. Una mossa che va “contro il parere degli esperti” e stabilisce “un pericoloso precedente”, secondo l’associazione.

Seabed mining

La pratica dell’estrazione di metalli e minerali dai fondali marini, nota chiamata “seabed mining”, ha registrato un aumento anche a causa della transizione verso un’economia verde, poiché tali materiali sono fondamentali anche per la realizzazione delle batterie per auto elettriche.

Sebbene i minerali necessari si trovino anche sulla terraferma, la loro concentrazione in pochi paesi comporta rischi per l’approvvigionamento. Ad esempio, la Repubblica Democratica del Congo, che possiede alcune delle più grandi riserve di cobalto, è afflitta da conflitti in diverse regioni del paese.

La Norvegia approva l’estrazione nelle acque profonde

A gennaio, il parlamento norvegese ha approvato una legge per aprire una vasta area oceanica nella sua giurisdizione all’estrazione mineraria.

L’attività, che ha reso la Norvegia “il primo paese al mondo a dare il via libera all’estrazione mineraria commerciale in acque profonde”, riguarda un’area di 280.000 km quadrati nella già delicata regione artica.

L’approvazione è arrivata dopo che uno studio commissionato dal governo ha concluso che l’impatto ambientale sarebbe stato minimo e nonostante diversi esperti abbiano avvertito circa le “catastrofiche” conseguenze per la vita marina, come riportava anche la BBC.



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La denuncia del WWF contro il via libera all’estrazione della Norvegia

Secondo WWF Norvegia la decisione del governo di dare il via libera all’estrazione nei fondali dell’Artico viola la normativa nazionale, “aprendosi a un nuovo settore potenzialmente distruttivo senza valutare adeguatamente le conseguenze”. Lo ha dichiarato Karoline Andaur, CEO di WWF Norvegia.

“Permettere al governo di ignorare le proprie regole, ignorare tutte le consulenze ambientali e gestire ciecamente le nostre risorse naturali comuni. Creerà un pericoloso precedente”. L’ha aggiunto Andaur.

Secondo l’organizzazione ambientalista, la valutazione del ministero dell’Energia norvegese, che sostiene la decisione del governo di procedere con l’estrazione mineraria in acque profonde, “non soddisfa i requisiti minimi del Seabed Minerals Act e non ha alcuna base giuridica”.

Secondo l’Agenzia norvegese per l’ambiente, che fornisce consulenza al governo, la valutazione d’impatto ambientale non fornisce “una base scientifica o giuridica sufficiente” per autorizzare l’estrazione in acque profonde.

Commentando la causa mossa da WWF Norvegia, Astrid Bergmål, segretario di Stato al Ministero dell’Energia, ha dichiarato: “Riteniamo che sia stato condotto un processo approfondito con un ampio coinvolgimento, e che i requisiti applicabili siano stati rispettati”.
“Prendo atto del fatto che il WWF voglia portare il caso in tribunale, e ha il diritto di farlo – ha aggiunto Bergmål secondo quanto riporta anche l’agezia di stampa Reuters -. Al momento, non abbiamo ulteriori commenti sulla causa.”

Anche il Parlamento UE si è detto fortemente preoccupato per le conseguenze ambientali  della decisione della Norvegia di aprire aree dell’Artico all’estrazione mineraria e a febbraio ha votato a favore della Risoluzione B9-0095/2024.

La Risoluzione sostiene una moratoria su queste attività e invita la Commissione Europea, gli Stati membri e tutti i paesi a promuovere un approccio precauzionale, incluso presso l’Autorità Internazionale dei Fondali Marini.

Il Parlamento UE dovrebbe riunirsi entro la fine dell’anno, per ratificare le norme in materia di estrazione in acque internazionali.

Ad oggi, 25 paesi, di cui 7 Stati membri UE (Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, Spagna e Svezia), hanno chiesto una pausa, una moratoria o un divieto di estrazione mineraria dei fondali marini.

Secondo quanto raccontato da un avvocato del WWF a Reuters l’udienza in tribunale potrebbe avere inizio entro sei mesi.

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